A Cascina, nella Biblioteca Comunale, ogni anno si celebra una mostra
collettiva delle opere eseguite dal gruppo Terre dei Fossi Doppi.
Alcuni anni fa, andai come al solito all’inaugurazione della mostra;
nella sala dove perimetralmente erano esposte le opere del gruppo
incrociai lo sguardo dell’occhio destro di una strana creatura,
con i capelli rossi e le vesti al vento, metà bambina e metà donna,
che nell’altro occhio, il sinistro, aveva il riflesso di un’altra realtà.
Era la scultura di Manuela, fino a quel giorno a me sconosciuta; acquistai
subito la sua opera. Da quel giorno, la Ragazza con i capelli
rossi è posta all’ingresso del mio studio; ogni mattina ci salutiamo
come due sopravvissuti, ansiosi e felici di vivere un altro giorno.
La mia Ragazza con i capelli rossi ha occhi strabici, braccia contorte,
piccole mani e grosse gambe, un corpo deformato, ma reso stupendamente
bello dalla gioia di vivere che l’agita e la percorre.
Tutte le sue sculture suscitano sentimenti contrapposti, tenera
partecipazione alla deformità dei loro corpi, e lieta
sorpresa per la incurante e generosa voglia di vivere.
La scultura dove questi due sentimenti sono più evidenti, è quella rappresentante
una donna mentre genera un figlio. La donna ha un corpo devastato dalle doglie,
dal cui ventre occhieggia una piccola testa su di un mondo sconosciuto.
Questa e le altre opere di Emanuela, mi hanno reso consapevole
e partecipe della sofferenza dei suoi personaggi, e più attento
alle gioie che le piccole vicende quotidiane possono offrire.
E’ questo il compito delle opere d’arte: far conoscere la vera realtà
della vita con emozioni che modificano i sentimenti con cui
siamo abituati a guardare le vicende e gli attori dell’esistenza.
Francesco Tomassi
C
onosco Emanuela Pippi da pochissimi anni e devo dire, con grande piacere,
che mi sembra di averla conosciuta da sempre. Ha appreso la tecnica
della ceramica a suo modo, come se volesse esprimere, in maniera urgente,
quello che sentiva dentro di sè. Sempre originale ed immediata, spontanea
e fresca, ha padroneggiato l’argilla piegandola alla sua visione delle cose.
Le sue opere, tutte dedicate al tema della figura umana, in speciale modo
bambine, sono cariche di significato immediato e lasciano il fruitore stupito
e affascinato. L’espressione vitale e fresca, è la caratteristica fondamentale
che ritroviamo nei suoi elaborati artistici, così densi di vivacità e colore.
Daniela Colognori
S
i può parlare di Emanuela Pippi come di un artista dalla personalità esuberante
e generosa. Le sue opere riescono a trasmettere un’intensità di sentimenti
e un’immediatezza che nascono dalla vitalità di cui sono impregnate.
I suoi soggetti respirano l’aria del quotidiano e dell’insolito al tempo stesso.
Sembra che la creta nelle sue mani contenga
già quello che l’artista vuole esprimere.
Il suo lavoro risulta in simbiosi con la materia.
Nei suoi soggetti a volte ruvidi si scorge un animo aperto a una molteplice
rappresentazione di atteggiamenti insoliti, rari nelle opere d’arte.
L’espressività, l’esuberanza e il movimento delle forme le rendono uniche.
Si percepisce che l’artista è ispirata da una necessità interiore che lei
vive pienamente e che la conduce ad operare con forza e personalità.
Carla Poltronieri